ExtraTerrestre
Orti urbani, tra Ddr e Berkeley
Storia Diceva Voltaire: «bisogna coltivare il proprio giardino». Genesi e memoria di un atto vitale, fare l’orto per cibarsi, stare bene, meditare e ribellarsi. In pace
Storia Diceva Voltaire: «bisogna coltivare il proprio giardino». Genesi e memoria di un atto vitale, fare l’orto per cibarsi, stare bene, meditare e ribellarsi. In pace
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 21 dicembre 2017
La memoria mi sostiene: era un trafiletto su l’Unità, quotidiano fondato da Antonio Gramsci. In due righe si diceva che nella Ddr, la Germania Est – lo lessi prima della caduta del Muro – gli orti privati, i piccoli appezzamenti urbani concessi ai cittadini, dentro gli abitati o appena fuori, essi soli, fornivano l’ottanta per cento degli ortaggi nel paese. In fondo non è una notizia eclatante. In Argentina, prima dello sbarco delle multinazionali agro-industriali, era lo stesso: dentro ed immediatamente fuori dalle città, si estendeva una fitta rete di orti e di frutteti. So per avere fatto in tempo...