«Bridgerton» e l’ambiguità del market marriage
Una scena di «Bridgerton»
Visioni

«Bridgerton» e l’ambiguità del market marriage

Habemus Corpus La serie Netflix rompe i cliché sulla razza ma lascia intatti quelli sui rapporti tra i sessi

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 aprile 2022
Guarda un po’ a Shakespeare, un po’ a Jane Austen, un po’ a Cenerentola, ci mette un po’ di pettegolezzo, qualche intrigo, molto moralismo di epoca Regency, un po’ di sesso agognato e un po’ di femminismo d’antan (entrambi molto soft), tanti colori vivaci e pastello, fru fru, balli, feste, patrimoni persi e patrimoni accresciuti, palpitazioni, una cronista di costume in incognito, abbonda con l’inclusione razziale perché la regina e molti protagonisti sono di colore o meticci e va bene, perché anche se questo è un gigantesco falso storico, nelle serie televisive e nei film di finzione tutto è ammesso...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi