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Bruno Ugolini, la fabbrica della passione
Lutto a sinistra Chi volesse capire che cosa è stato il movimento operaio italiano dagli anni ’60 - quando cominciò a lavorare nel giornale del Pci - in poi, non potrebbe fare a meno di leggere gli articoli, le inchieste, le interviste firmate da Ugolini.
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Lutto a sinistra Chi volesse capire che cosa è stato il movimento operaio italiano dagli anni ’60 - quando cominciò a lavorare nel giornale del Pci - in poi, non potrebbe fare a meno di leggere gli articoli, le inchieste, le interviste firmate da Ugolini.
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 5 agosto 2021Edizione 05.08.2021
Roberto Roscani ha scritto che per i giornalisti dell’Unità della nostra generazione Bruno Ugolini era un po’ un “fratello maggiore”, forse uno zio, “con la saggezza ma senza la iattanza dei padri”. Massimo Cavallini lo ha ricordato come il grande amico, un “ragazzino che voleva cambiare il mondo”. Roberto, Massimo, Bruno, insieme a non molti altri e altre erano un po’ “la sinistra” del giornale. Colti, ironici, simpaticamente rassegnati a essere sempre in minoranza, ma non per questo a rinunciare a dire la propria; pronti anche – lo dico di loro come di me stesso – a “riallinearsi” nei frangenti...