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Caccavale: mettersi da parte, con Mandel’štam

Caccavale: mettersi da parte, con Mandel’štamGiuseppe Caccavale, "Carmi Figurati", 2019

A Bari, galleria Doppelgaenger, "Carmi figurati" di Giuseppe Caccavale, a cura di Chiara Bertola Una parete blu in cui si compongono, «scritti» a pastello bianco, volti mani occhi tratti da Martin Schongauer e versi del poeta russo Osip Mandel’štam: la discrezione verbovisiva di Caccavale

«Un traduttore più si cancella più diventa se stesso. Come a me è accaduto, traducendo gesti e figure da altre culture». Questa osservazione del 2009 di Giuseppe Caccavale chiede di essere convocata oggi in presenza del suo ultimo lavoro, Carmi Figurati. Un progetto site specific, a cura di Chiara Bertola, che l’artista ha realizzato nella galleria barese Doppelgaenger (fino alla fine di febbraio). La prima questione che si pone «leggendolo» è cosa ci sia in comune tra il lavoro di un traduttore e quello di un artista visivo. Un traduttore è genericamente inteso come colui che segue rigorosamente un testo...

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