Alias
Cacciatori di frode. Quando l’artista è un falso d’autore
Storie - Dalla Cina all’Europa, dieci incredibili contraffazioni Compositori fasulli, cantanti che ci mettono solo la faccia, canzoni rubate. Un campionario che non risparmia nessun paese. La vicenda del giapponese che si spacciava per il «Beethoven d’Oriente» o della pianista inglese genio assoluto a sua insaputa
Milli Vanilli
Storie - Dalla Cina all’Europa, dieci incredibili contraffazioni Compositori fasulli, cantanti che ci mettono solo la faccia, canzoni rubate. Un campionario che non risparmia nessun paese. La vicenda del giapponese che si spacciava per il «Beethoven d’Oriente» o della pianista inglese genio assoluto a sua insaputa
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 luglio 2014
La frode in musica è argomento complesso perché il linguaggio sonoro, a causa della naturale intrinseca astrazione, si presta a innumerevoli rifacimenti sino a coinvolgere autori, interpreti, promoter, case discografiche, mass media e mezzi di riproduzione. In tal senso il falso o il plagio in musica sono vecchi quanto il mondo e condivisi con ogni altra forma espressiva. Tuttavia l’avvento di sempre nuove tecnologie, lungo l’intero Novecento, dalla radio al grammofono, dall’amplificazione ai sintetizzatori, dal videoclip al digitale, dal nastro a napster, crea inedite prospettive di ascolto e fruizione, che a loro volta trasformano radicalmente l’identità percettiva della musica stessa....