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Calcio malato: cori antisemiti dagli spalti

Calcio malato: cori antisemiti dagli spaltiKouakou Kouame contro Alex Sandro in una fase di Fiorentina Juventus 1-\ – foto Ansa

Sport Odio e razzismo negli stadi riaperti dopo la pandemia, sdegno e inchieste non fermano le frange becere del tifo

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 6 settembre 2022

Ora anche i cori contro gli ebrei. All’elenco delle recenti pagine buie del calcio italiano degli ultimi anni – e sono molte – c’è spazio anche per questa confortante novità, i canti antisemiti intonati da spicchietti di tifoseria della Juventus e dell’Inter verso i colleghi di Fiorentina e Milan. “I campioni dell’Italia sono ebrei”, è stato il coro, una specie di benvenuto, di una parte del pubblico nerazzurro all’ingresso in campo delle milanesi nel derby di sabato scorso. Al Franchi, la casa della Fiorentina, si è fatto pure peggio: alcuni tifosi o sedicenti tali della Juventus hanno intonato altri cori antisemiti verso i viola, definiti tra le varie offese, “massa di ebrei”. Nel frattempo nella tribuna di fede fiorentina si sono segnalati padre e figlio con la maglietta del Liverpool, per ricordare ai bianconeri e gioire (loro) della tragedia dell’Heysel dove persero la vita 39 juventini, prima di essere invitati dagli steward a sfilare la casacca del club inglese. Insomma, non c’è assolutamente limite al peggio. La Procura di Milano, su segnalazione del Milan che ha fornito un video agli inquirenti, ha aperto un fascicolo sulla vicenda, lo stesso Milan si è affrettato a condannare l’accaduto sui suoi profili ufficiali social,

A FIRENZE c’è stato lo sdegno del sindaco Daniele Nardella, non è un passaggio isolato, purtroppo, qualche ora prima allo stadio di Rimini lo stesso tipo di trattamento è stato rivolto ai tifosi del Cesena. “Anna Frank tifa Cesena, giudei”, in aggiunta, per rafforzare il concetto, una croce celtica, su una parete dell’impianto del club romagnolo. La scritta è stata subito cancellata e condannata dal comune di Rimini e dalla società. Ora, gli autori della vergognosa frase vergata allo stadio del Rimini sono ancora ignoti, mentre c’è la speranza che la procura federale della federcalcio, anche sulla base del documento filmato fornito dal Milan, riesca a produrre dei provvedimenti, delle pene che siano credibili. Non è così scontato: per le offese ripetute ai danni di Luciano Spalletti e della mamma del tecnico toscano e soprattutto per il tentativo di schiaffeggiare l’allenatore del Napoli, un tifoso della Fiorentina si è beccato solamente due anni di Daspo. E se i casi di intolleranza negli stadi italiani non hanno mai conosciuto sosta – all’Olimpico per Lazio-Napoli ci sono stati i soliti inviti al Vesuvio a lavare con il fuoco i napoletani, oltre ai buu razzisti verso il nigeriano Victor Osimhen – la memoria storica della A rimanda alla fine degli anni Ottanta, ad alcune delle orribili scritte che accolsero all’Udinese l’israeliano Ronny Rosenthal. “Rosenthal Go Home”, “Via gli ebrei dal Friuli”, “Rosenthal vai nel forno”, il tenore delle scritte riservate all’attaccante, dagli Hooligans Teddy Boys, il gruppo ultras della Curva Nord dell’Udinese. A corredo del campionario, un teschio, una svastica e la sigla del gruppo ultras. Era il 1989, l’augurio è che il vomito antisemita non voglia eguagliare le vette del passato.

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