Lavoro
Call center revolution
Lo sciopero Una marea di cuffiette e microfoni invade Roma. È il «no delocalizzazioni day»: i lavoratori chiedono appalti in regola e garanzie contro la fuga all’estero delle aziende. Che in parte condividono
I lavoratori dei call center ieri in piazza a Roma – Mistrulli/Sintesi Visiva
Lo sciopero Una marea di cuffiette e microfoni invade Roma. È il «no delocalizzazioni day»: i lavoratori chiedono appalti in regola e garanzie contro la fuga all’estero delle aziende. Che in parte condividono
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 5 giugno 2014
Antonio SciottoROMA
I giovani lavoratori sono tornati in piazza, e il sindacato – nonostante gli attacchi subiti e tante pecche – è ancora vivo. Una manifestazione riuscita quella di ieri a Roma, uno sciopero con migliaia di operatori dei call center che ha riempito i Fori Imperiali. «No delocalizzazioni», «Basta appalti al massimo ribasso», le parole d’ordine, in una battaglia che vede alleate, almeno su alcuni punti, anche le imprese. Tra i più agguerriti, gli addetti siciliani e calabresi: le cuffiette hanno attecchito molto al Sud, grazie agli incentivi e a costi più bassi, ma proprio loro sono oggi più a rischio....