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Campana e Mazzoni, l’erudizione al servizio della civiltà dei testi

Campana e Mazzoni, l’erudizione al servizio della civiltà dei testiUna veduta della Malatestiana di Cesena, di cui il romagnolo Augusto Campana fu giovanissimo bibliotecario

Tradizione umanistica Augusto Campana, romagnolo, poteva issarsi su un campanile per leggere un’ignota iscrizione; Francesco Mazzoni, allievo di Contini, insegnò Filologia dantesca per 35 anni. Le ampie raccolte dei loro scritti nelle Edizioni di Storia e Letteratura

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 giugno 2017
«Salva lo vescovo senato!». Così, con il primo verso del cosiddetto Ritmo laurenziano, si apriva buona parte delle antologie della letteratura italiana del secolo scorso, prima fra tutte i Poeti del Duecento del grande Contini. La cantilena giullaresca fu a lungo ritenuta il più antico testo poetico in volgare della nostra lingua, venendo datata alla metà del XII secolo: il giullare metteva in versi lodi sperticate del vescovo senato (‘assennato, saggio’) per lucrarne in cambio il dono d’un cavallo pezzato («se mi dà caval balçano» ‘un cavallo con chiazze – balze – bianche sui piedi’). Sennonché nel 1960, a margine...

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