Alias Domenica

Camus, a metà strada fra la miseria e il sole

Camus, a metà strada fra la miseria e il soleMaurice Adrey, «Sulla panchina lungo la baia di Oran», 1926 ca.

Pensiero critico Il punto sullo scrittore francese a sessant’anni dalla morte, mentre nelle riedizioni Bompiani esce in questi giorni «Il primo uomo», e Gallimard pubblica la «Correspondance 1945-1959» con Nicola Chiaromonte

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 19 gennaio 2020
Gennaio 1960: un incidente automobilistico spegne a quarantasei anni il timbro inconfondibile della voce di Albert Camus, che traduce in lucidità intellettuale la sua limpidezza morale. Non parlo solo delle opere che lo hanno reso famoso e gli hanno, nel 1957, guadagnato il Nobel per la letteratura: Lo straniero, La peste e Il mito di Sisifo, di cui bisogna almeno ricordare la tesi che sfata l’abusata nozione di assurdo: «è la ragione lucida che constata i suoi limiti». Neppure parlo solo delle pagine di resistenza antifascista di «Combat», di cui assume la direzione fra il ’43 e il ’47, o...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi