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Cannabis all’Onu, il 2020 sarà l’anno buono?
Fuoriluogo La dichiarazione finale della Commission on Narcotic Drugs dell’Onu, conferma la cecità e l’ipocrisia di un sistema internazionale che prima si loda per l’implementazione dei processi, poi evita accuratamente di valutarne l’efficacia
Fuoriluogo La dichiarazione finale della Commission on Narcotic Drugs dell’Onu, conferma la cecità e l’ipocrisia di un sistema internazionale che prima si loda per l’implementazione dei processi, poi evita accuratamente di valutarne l’efficacia
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 27 marzo 2019Edizione 27.03.2019
Si è conclusa senza grandi novità anche la riunione a Vienna della Commission on Narcotic Drugs (Cnd) dell’Onu, che ha seguito il Segmento Ministeriale già analizzato in questa rubrica (Susanna Ronconi, il manifesto del 20 marzo 2019). La dichiarazione finale conferma la cecità e l’ipocrisia di un sistema internazionale che prima si loda per l’implementazione dei processi, poi evita accuratamente di valutarne l’efficacia. È esemplare come alle cinque righe di lode dei «tangibili progressi» nella raccolta di dati, di analisi e di scambio di informazioni sul problema delle droghe ne seguano infatti 27 in cui si attestano la continua espansione...