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Cannabis light, per la Cassazione lo 0,2 è legale

Fuoriluogo Lo studio di tre ricercatori universitari, Carrieri (Catanzaro), Madio (York) e Principe (Salerno) prova a fare i conti di quanto il mercato della cannabis legale abbia influito su quello illegale. L’entrata sul mercato legale di quella light ha determinato una riduzione dell’11/12% dei sequestri di cannabis laddove esisteva un grow shop

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 19 dicembre 2018
Una interessante decisione della Terza Sezione Penale della Cassazione (12/2018) sembra portare un po’ di chiarezza sulla «cannabis light». Per la Suprema Corte la vendita di prodotti derivati dalla cannabis industriale, ovvero quella «light» regolata dalla legge 242/2016, è possibile laddove il limite dello 0,2% del principio attivo psicotropo (Thc) sia rispettato. La Corte dice anche che per la contestazione dello spaccio non è sufficiente superare tale limite, ma è necessario che si superi «l’effetto drogante rilevabile», fissato in giurisprudenza allo 0,5%. Le motivazioni forse potranno chiarire ancora meglio il quadro sugli usi consentiti per le infiorescenze. Si conferma comunque...

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