Visioni
Capitalisti e playboy ma la satira non graffia
Al cinema Gag innocue nel tragicomico sequel sull’America blue collar. «Come ammazzare il capo 2», diretto stavolta da Sean Anders sembra riflettere più che sul presente su possibili grandi incassi al botteghino
Jennifer Aniston e Jason Bateman
Al cinema Gag innocue nel tragicomico sequel sull’America blue collar. «Come ammazzare il capo 2», diretto stavolta da Sean Anders sembra riflettere più che sul presente su possibili grandi incassi al botteghino
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 8 gennaio 2015
Dedicato a quello che Homer Simpson chiama l’American dream, e cioè ammazzare il proprio datore di lavoro, Come ammazzare il capo (2011) era una specie versione contemporanea (anche se molto più volgare e molto meno affilata) delle commedie hollywodiane della grande Depressione: un prodotto da studio, animato però da una sana irriverenza anticapitalista, in cui il regista Seth Gordon, pur con uno stile visivo completamente piatto, dimostrava una certa sensibilità per le vicissitudini tragicomiche dell’America blue collar, su cui sarebbe tornato, due anni dopo, con un altro successo piuttosto interessante, Io sono tu. Il sequel di quel suo primo trionfo...