Cultura
Capogrossi, un esoterico «dietro le quinte»
Mostre A cinquant'anni dalla morte, la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea rende omaggio al maestro dell'informale a cura di Francesca Romana Morelli. Si va dal periodo tonale e figurativo fino alle superfici percorse dalla ripetizione alchemica di un segno ancestrale
Giuseppe Capogrossi, Superficie 655
Mostre A cinquant'anni dalla morte, la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea rende omaggio al maestro dell'informale a cura di Francesca Romana Morelli. Si va dal periodo tonale e figurativo fino alle superfici percorse dalla ripetizione alchemica di un segno ancestrale
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 26 settembre 2022
Cento anni fa, nel 1922, Giuseppe Capogrossi decideva di lasciare negli uffici il suo diploma di laurea in giurisprudenza per attingere alla tavolozza pittorica di quel periodo, mescolando echi del Ritorno all’ordine con istanze metafisiche (nel 1923 è alla scuola del nudo di Felice Carena in via degli Orti Sallustiani incoraggiato da un potente zio gesuita, negli anni successivi saranno le luci parigine ad attirarlo spingendolo a numerosi soggiorni e nel ’27 si rivelerà per la prima volta al pubblico nella mostra alla Pensione Dinesen di Roma, con il sodale Emanuele Cavalli e Francesco Di Cocco). In sottofondo, sui ritratti...