Alias Domenica
Carandente, critico «in atto» della scultura
In occasione del centenario della nascita, "Giovanni Carandente. Scritti dal 1957 al 2008", ed. Magonza, a cura di Antonella Pesola La lezione di Lionello Venturi e di Cesare Brandi al servizio di un’utopia ambientale: con Calder, Moore, David Smith...
Alexander Calder, "Ritratto di Giovanni Carandente", 1967
In occasione del centenario della nascita, "Giovanni Carandente. Scritti dal 1957 al 2008", ed. Magonza, a cura di Antonella Pesola La lezione di Lionello Venturi e di Cesare Brandi al servizio di un’utopia ambientale: con Calder, Moore, David Smith...
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 aprile 2020
Nel 1962 Alexander Calder era approdato in Italia con il bozzetto di uno stabile: lo aveva chiamato Giovanni Carandente (1920-2009) nell’ambito di Sculture nella città, la grande manifestazione di scultura che accompagnava il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Carandente aveva mediato affinché negli stabilimenti Italsider di Savona quelle sottili lamine sagomate fossero tradotte nella più imponente scultura moderna in ferro mai realizzata prima: il Teodelapio, che da allora svetta di fronte alla stazione ferroviaria come una nuova porta urbica. Quell’evento si era rivelato cruciale nella storia delle grandi esposizioni, ma soprattutto aveva statuito un paradigma ancora inedito in Italia:...