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Carcere e covid. Emergenza o riforma?
Fuoriluogo Sono più di 1.800 i contagiati, 800 tra i prigionieri e 1.000 tra il personale, soprattutto tra gli agenti di polizia penitenziaria. Il diritto alla vita e alla salute è calpestato colpevolmente
Carcere di Regina Coeli, Roma. – Reuters
Fuoriluogo Sono più di 1.800 i contagiati, 800 tra i prigionieri e 1.000 tra il personale, soprattutto tra gli agenti di polizia penitenziaria. Il diritto alla vita e alla salute è calpestato colpevolmente
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 25 novembre 2020
Susciterebbe scandalo, non diciamo indignazione, se cominciassero a morire tanti detenuti quanti furono i decessi di ospiti delle Rsa nella prima ondata della pandemia? Probabilmente no: come sono stati archiviati come tossici i 13 morti dopo le proteste di marzo e come sono stati dimenticati gli anziani (erano vecchi! comunque), così cinicamente qualcuno direbbe, o penserebbe, che ci si è liberati di delinquenti. E allora dove sta l’emergenza carcere? Nel sovraffollamento? O piuttosto nella violazione dei principi della Costituzione, nella disapplicazione delle leggi e dei regolamenti che prescrivono diritti e dignità anche per i soggetti privati della libertà? La verità...