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Carcere, l’uso della paura e la sfida per le riforme

Fuoriluogo «Quindi la lezione è che un ministro della Giustizia conferma fiducia al capo delle carceri (riconoscendosi nel suo operato) se 13 detenuti muoiono in rivolte stile anni 70… Ma non […]

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 6 maggio 2020
«Quindi la lezione è che un ministro della Giustizia conferma fiducia al capo delle carceri (riconoscendosi nel suo operato) se 13 detenuti muoiono in rivolte stile anni 70… Ma non più se pm/giornali/tv autoproclamati antimafia scatenano fuorvianti polemiche, e ottengono controriforme à la carte, quando giudici di sorveglianza applicano la legge nel non far morire in cella detenuti (pure boss) bisognosi di indifferibili cure”. In questa essenziale ricostruzione dei fatti (da me necessariamente sintetizzata) di Luigi Ferrarella (Corriere della sera, 3/5/2020) c’è il succo del passaggio politico-istituzionale che si è compiuto al Ministero della giustizia la scorsa settimana, nel pieno...

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