Carlo Emilio Gadda,  il prurito delle parole
Alias Domenica

Carlo Emilio Gadda, il prurito delle parole

Toti Scialoja, «Natura morta», 1949. Nel gennaio di questo anno Gadda scrisse da Firenze al pittore, affinché gli concedesse «qualche ora di tempo (troppe ore forse!) per una revisione del mio poco romano romanesco».

Novecento italiano Da una parte l’ansia conoscitiva, dall’altra il senso tragico della vita: la raccolta di saggi del 1958, «I viaggi la morte», in una nuova edizione a cura di Mariarosa Bricchi, Adelphi

Pubblicato circa un anno faEdizione del 5 novembre 2023
Nell’ottobre del 1958 usciva da Garzanti, un po’ nella scia del successo del Pasticciaccio, una sostanziale raccolta di saggi di Carlo Emilio Gadda, intitolata I viaggi la morte. Nel primo risvolto di copertina una sorta di apologia da parte dell’autore stesso in veste di editore («Il guaio è che la linea del Gadda, le più volte, s’impenna e diverge dalle linee più accreditate. Lo abbiamo ciò nondimeno stampato ecc.»); e nella quarta di copertina un ritratto dell’autore di Leonella Cecchi Pieraccini (allieva di Fattori, moglie di Emilio Cecchi cui il volume era dedicato) e una molto citata nota biografica tipicamente...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi