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Caro bar, quanto ci manchi
Diario di confino Com’era bello la mattina uscire, andare all’edicola e poi entrare da te, salutare il barista che, conoscendoti, sapeva già che tipo di caffè preparare, scegliere un tavolo, sedersi e fare colazione leggendo i giornali
Bar sul Naviglio Grande di Milano – Ap
Diario di confino Com’era bello la mattina uscire, andare all’edicola e poi entrare da te, salutare il barista che, conoscendoti, sapeva già che tipo di caffè preparare, scegliere un tavolo, sedersi e fare colazione leggendo i giornali
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 aprile 2020
Caro bar, è da quasi sei settimane che non ci vediamo e mi manchi, come manchi a tante e tanti di noi. La nostra storia d’amore è iniziata molti anni fa e ha coinciso con il mio arrivo nella metropoli perché una città senza bar non è una città. Da allora, non c’è stato inizio giornata senza di te. Soprattutto, mi sei diventato indispensabile quando ho cominciato a lavorare da casa perché da allora sei stato la mia finestra sul mondo di inizio giornata, la mia pausa caffè di mezza mattina, la mia scusa per uscire a fare due passi,...