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Carrà, lettura difficile di una modernità frastagliata

Carrà, lettura difficile di una modernità frastagliataCarlo Carrà, "Il cavaliere rosso", 1913, Milano, Museo del Novecento

Carlo Carrà torna in mostra a Milano, Palazzo Reale L’omaggio meneghino al pittore di Quargnento testimonia il suo stretto rapporto con la città, soprattutto nel momento futurista, ma stenta nel selezionare i punti di forza e di snodo dell’opera

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 25 gennaio 2015
Tra Carlo Carrà e la città di Milano i rapporti sono sempre stati, ancorché a fasi alterne, molto stretti. Da principio, riguardarono la formazione dell’artista, il quale scelse l’Accademia di Brera come «bottega» di studio e perfezionamento tecnico; in seguito, nei primi anni del ventesimo secolo, offrirono al pittore piemontese un campo di sperimentazione stimolante ed esclusivo grazie soprattutto all’incontro con il movimento futurista; infine, portarono alla scelta di Carrà di risiedere permanentemente nel capoluogo meneghino, dove rimase fino all’anno della morte nel 1966. Questo rapporto è stato celebrato dal mondo dell’arte e della critica in almeno tre occasioni fondamentali....

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