Alias Domenica
Carrai, l’evidenza toccante delle cose
Poesia italiana Istanbul, la Ferrara ebraica, Genova, Firenze, Viareggio con le sue nostalgie, e Saba Montale Sereni: Stefano Carrai, «La traversata del Gobi», da Aragno
Luigi Ghirri, Tellaro (La Spezia), 1980
Poesia italiana Istanbul, la Ferrara ebraica, Genova, Firenze, Viareggio con le sue nostalgie, e Saba Montale Sereni: Stefano Carrai, «La traversata del Gobi», da Aragno
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 1 ottobre 2017
«Mi seducono le tracce / i residui / l’abbandono lasciato / passando / dalla grande ala del tempo / la statua mutilata nel giardino»: questi versi si leggevano al centro di Angelus Novus, senz’altro la più bella poesia dell’esordio in volume di Stefano Carrai, Il tempo che non muore (Interlinea 2012). E sono ancora tracce nel tempo, larve o sopravvivenze tenaci della storia e della biografia personale strettamente intessuta alle vite di amici, maestri, affetti, quelle che Carrai (Firenze 1955) segue nel secondo meditatissimo libro, La traversata del Gobi (postfazione di Niccolò Scaffai, Aragno, pp. 125, € 12,00). Mai davvero...