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Carrière, l’inclassificabile che vede il tempo

Carrière, l’inclassificabile che vede il tempoEugène Carrière, "Méditation", circa 1900, Strasburgo, musée d’Art moderne e contemporain

Riscoperte nell'arte: Eugène Carrière Solo il collegamento storico con Rodin sembra tenere in vita il superbo creatore di immagini che "svaniscono", rigorosamente monocrome: ancestralità familiare, Velázquez, simbolismo...

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 giugno 2020
Eugène Carrière, “Autoportrait”, New York, Metropolitan Museum of Art   Canagliesco Degas: «Un uomo maleducato che fuma la pipa nella camera da letto di un bambino malato». Ma anche Redon: «Un limbo… un limbo opaco in cui pallidi volti di un’umanità morbosa fluttuano come alghe», scrive nel 1906, anno di morte di Eugène Carrière, nel suo Journal. Idiosincrasie di poetiche entro un quadro d’epoca in cui il posto di Carrière era assicurato, e tra i vertici. Sarà così fino alla metà degli anni trenta. Poi il graduale prevalere dell’approccio formalista, che tagliava via ogni espressione estranea al generarsi delle avanguardie...

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