Alias Domenica
Casi filologici, copisti distratti e tipografi pasticcioni
Casi filologici In «Storie d’amore per lo studio» (Einaudi) Paolo Pellegrini restituisce alla filologia dei testi la sua centralità di metodo tramite una scelta di esempi (anche curiosi), da Dante a Manzoni a Buzzati
Maestro di Guillebert de Mets, illustrazione per Giovanni Boccaccio, Decameron, I 6, 1430-1450, Parigi, Bibliothèque de l'Arsenal
Casi filologici In «Storie d’amore per lo studio» (Einaudi) Paolo Pellegrini restituisce alla filologia dei testi la sua centralità di metodo tramite una scelta di esempi (anche curiosi), da Dante a Manzoni a Buzzati
Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 ottobre 2023
Potremmo anche infischiarcene della filologia, se Benedetto Croce avesse avuto ragione. E cioè se la poesia fosse davvero solo espressione di un sentimento còlto nella sua purezza e universalità, una gemma al di là del tempo e dello spazio, una dimensione nella quale non dover tener conto di quegli elementi «allotrii» (così li chiama), come i generi letterari, le componenti storico-sociali e biografiche, o la dimensione fisica della pagina. Insomma, sarebbe forse salutare potersi sbarazzare di certa pedante filologia! Ma su questo Croce aveva torto, e per fortuna esistono ancora studiosi capaci di appassionare gli studenti e insegnare i rudimenti...