Alias Domenica
Cavalli, misteri bianchi della vita ordinaria
Giuseppe Cavalli, "Esordi della critica 1947-1961", Centrale Fotografia A sessant’anni dalla morte - occasione questa plaquette - un ritratto di Giuseppe Cavalli, il fotografo maestro di sintassi e di esattezze traslucide. Col suo «chiarismo», egli appartiene alla famiglia segreta e sulfurea dei Donghi e dei Trombadori
Giuseppe Cavalli, "Cabine", 1955, Londra, Tate Modern
Giuseppe Cavalli, "Esordi della critica 1947-1961", Centrale Fotografia A sessant’anni dalla morte - occasione questa plaquette - un ritratto di Giuseppe Cavalli, il fotografo maestro di sintassi e di esattezze traslucide. Col suo «chiarismo», egli appartiene alla famiglia segreta e sulfurea dei Donghi e dei Trombadori
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 10 ottobre 2021
Giuseppe Cavalli a Senigallia nel 1940, foto-ritratto di Gemmy Tarini Di una vera e propria autocoscienza fotografica, in Italia, si può parlare solo a partire dal secondo dopoguerra, quando essa si allinea a quella cinematografica che, con un apporto filosofico ben più deciso (e fra gli altri quello di un Galvano della Volpe), presto coagula nella nozione di «specifico filmico». Con una sfasatura di almeno mezzo secolo, alla fotografia e ai suoi specifici devono viceversa pensare i fotografi medesimi che al presente, in piena epopea neorealista, si dividono tra fautori del «documento» (in sostanza l’attività di reportage) e, invece,...