Internazionale
C’è un po’ di “made in Italy” nel crollo del Rana Plaza
Bangladesh I sindacati locali e il Forum internazionale per i diritti sul lavoro richiamano in causa Benetton. Ieri sciopero generale a Dhaka. La campagna Abiti Puliti chiede un fondo di risarcuimento per le vittime e la firma da parte dei grandi marchi occidentali di un protocollo a difesa dei lavoratori e della sicurezza
Uno dei documenti che smentirebbe la linea difensiva di Benetton
Bangladesh I sindacati locali e il Forum internazionale per i diritti sul lavoro richiamano in causa Benetton. Ieri sciopero generale a Dhaka. La campagna Abiti Puliti chiede un fondo di risarcuimento per le vittime e la firma da parte dei grandi marchi occidentali di un protocollo a difesa dei lavoratori e della sicurezza
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 5 maggio 2013
C’è una data che incastra un pezzo di Italia nel crollo del palazzo di Dhaka dove dieci giorni fa più di 550 persone sono morte e dove alacri fabbriche tessili lavoravano al servizio della moda di regioni lontane. C’è una data, il 23 marzo del 2013 – un mese esatto prima del crollo del Rana Plaza – che inchioda il Gruppo Benetton alle sue responsabilità. Una data su una nuova bolla commerciale che, accanto ad altri nuovi documenti, si aggiunge a quella che fu trovata giorni fa tra le macerie del palazzo imploso ma che Benetton aveva liquidato come «one...