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Centro e periferie, lo stato di diritto per Xi Jinping
Cina Il percorso di riforma cinese non va inquadrato dunque sui binari della «marcia verso» o «allontanamento dallo» stato di diritto occidentale, come ama fare gran parte del dibattito occidentale e soprattutto americano, ma si tratta di interpretare la direzione della «via dello stato di diritto socialista con caratteristiche cinesi»
Cina Il percorso di riforma cinese non va inquadrato dunque sui binari della «marcia verso» o «allontanamento dallo» stato di diritto occidentale, come ama fare gran parte del dibattito occidentale e soprattutto americano, ma si tratta di interpretare la direzione della «via dello stato di diritto socialista con caratteristiche cinesi»
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 9 marzo 2021
In questi giorni caratterizzati dai lavori della «Doppia sessione» (Lianghui), il momento legislativo annuale della Cina, il Quotidiano del popolo dedica ampio spazio alla riflessione sullo stato di diritto, tema da sempre presente e controverso nel dibattito politico e scientifico cinese. Entrato nella Costituzione, art. 5, nel 1999, con l’espressione «governo del paese il base alla legge», diversa da quella del «governo del paese attraverso la legge», dove il cambio di un carattere implica un allontanamento formale da quell’uso strumentale della legge tipico dell’autoritarismo tradizionale legista di Han Feizi e del primo imperatore della storia cinese, conosce un’interpretazione «confuciana», all’insegna...