Alias Domenica
Cepeda Samudio, storia di un contrabbandiere di sogni
Un classico colombiano In dieci variazioni sulle più ardite influenze moderniste, «La casa grande» racconta il Masacre de las Bananeras del 1928, quando l’esercito represse ferocemente lo sciopero nelle piantagioni: da Castelvecchi
Valledupar, 1967, il gruppo di Barranquilla (ormai disciolto) ritratto da Gustavo Vasquez Vengoechea: Cepeda Samudio ha il sigaro in bocca, riconoscibili anche Garcia Marquez e Rafael Escalona, ultimo della fila a destra. I più anziani (primo, terzo e quinto da sinistra) sono uomini politici e notabili del luogo
Un classico colombiano In dieci variazioni sulle più ardite influenze moderniste, «La casa grande» racconta il Masacre de las Bananeras del 1928, quando l’esercito represse ferocemente lo sciopero nelle piantagioni: da Castelvecchi
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 26 gennaio 2020
A meno di averlo incontrato nelle memorie di Gabriel García Márquez, dove è spesso presente in qualità di sodale e amico fraterno, o in Cent’anni di solitudine, dove figura come uno dei discepoli del «savio catalano», non è facile che i lettori italiani conoscano Álvaro Cepeda Samudio; ma neppure nel suo paese d’origine, in realtà, questa singolare figura di intellettuale ha ricevuto tutta l’attenzione che merita, anche se durante la sua breve vita è stato scrittore, giornalista, poeta e uomo di cinema, (suo è La langosta azul, considerato il primo film colombiano d’avanguardia), dispiegando in ogni campo un talento sostenuto...