Commenti

C’era una volta il modello emiliano-romagnolo

C’era una volta il modello emiliano-romagnolo

Bologna Non si deve disconoscere il positivo dei governi locali, ma riconoscere - v. l’ultimo Rapporto Ires Cgil - che quella «diversità» è finita nel paradigma del neoliberismo

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 1 febbraio 2024
Gli articoli di Ardeni e Martelloni su alcune vicende politiche bolognesi mi sollecitano diverse riflessioni che riguardano l’insieme delle dinamiche economiche, sociali e ambientali della regione Emilia Romagna. Inizio dicendo «C’era una volta il modello emiliano-romagnolo…» per evidenziare come le caratteristiche di fondo di quell’inedito intreccio sociale e politico lì realizzato si sia esaurito, ormai da lungo tempo. Esso, nella sostanza, da quando mosse i suoi primi passi, negli anni ‘60 del secolo scorso, era fondato su 3 grandi perni: una struttura produttiva efficiente, basata su un tessuto largo di piccole e medie aziende, prodotte da un’imprenditorialità diffusa e da...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi