Europa
Cgil: «150 mila precari rischiano il posto a fine anno»
Italia Nel giorno dell'ottimismo del premier Letta, secondo il quale «In Italia non c'è più bisogno che ci si dica di fare i compiti a casa. No all'Europa del rigore, si all'Europa dei popoli», il sindacato denuncia la situazione dei lavoratori nel pubblico impiego più vecchio d’Europa: un dipendente su due è over 50, il 10% è under 35.
Italia Nel giorno dell'ottimismo del premier Letta, secondo il quale «In Italia non c'è più bisogno che ci si dica di fare i compiti a casa. No all'Europa del rigore, si all'Europa dei popoli», il sindacato denuncia la situazione dei lavoratori nel pubblico impiego più vecchio d’Europa: un dipendente su due è over 50, il 10% è under 35.
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 18 agosto 2013
Sono un esercito di 150 mila persone: 86.467 tempi determinati, 42.409 co.co.co, 17.998 lavoratori socialmente utili che lavorano per il più grande sfruttatore mondiale di lavoro precario: lo Stato italiano. Trattati come cani alla catena che cercano di mordere un contratto che viene e va, molte di queste persone garantiscono la continuità del servizio pubblico nelle scuole, negli ospedali, negli enti locali come lavoratori conto terzi. Per Michele Gentile, coordinatore del Dipartimento del pubblico impiego Cgil, questo altalenante destino rischia di terminare a dicembre quando scadranno i loro contratti. Chi è in «scadenza», come uno yogurt o una mozzarella, ha...