L’arte del disorientamento sembra il destino a cui dovremo presto abituarci.
Se la raccolta dati evidentemente vince sulla raccolta rifiuti al mondo d’oggi, spiega perché siamo abbastanza stupidi da accettare questo tipo di cambiamento senza avere delle chiare regole del gioco.
L’invasione dell’IA è già pronta - ci ammalia da anni attraverso applicazioni ludiche - ma nel frattempo si e ci addestra strutturando sistemi quotidiani in cui involontariamente interagiamo.
Penso alla domotica e alle auto intelligenti che ci permettono sempre più di distrarci dalla guida cognitiva e alimentare gli input informatici.
Penso ai brevetti scientifici e ai diritti d’autore che potranno confondere gli esseri umani più fragili e incapaci di spirito critico vs l’involuzione attuale della nostra scuola.
Che l’IA non sia né intelligente né artificiale è indiscutibile considerando i progressi attuali,
ma se fra 70anni le città saranno vicine alla piena automazione e al metaverso,
allora non esisterà più neanche il ricordo del gap cognitivo, della fantasia e della genialità dell’essere umano.
Magari anche l’accezione negativa sarà trapassata completamente.
Everything Everywhere All at Once come titola il recente film sul possibile mondo.
Ma poi l’immigrazione sarà ancora clandestina come oggi?
Il capitalismo o dominio economico resterà ancora lo scheletro del XXII secolo?
E la violenza discriminatoria sarà solo una favola raccontata da qualche ChatGPT?