Internazionale

Che cosa resta della rivoluzione di piazza Tahrir

Che cosa resta della rivoluzione di piazza TahrirIl professor Asef Bayat

Egitto Intervista al docente ed esperto di rivoluzioni Asef Bayat, autore del libro «Revolution without revolutionaries»: «Nelle rivolte arabe l’obiettivo non è stato la trasformazione ma l’inclusione. Hanno però sprigionato risorse morali per alimentare nuove proteste»

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 25 gennaio 2019
Asef Bayat, docente di Sociologia all’università dell’Illinois, da giovanissimo durante la rivoluzione del 1979 ha girato in lungo e largo l’Iran per parlare con gli operai delle fabbriche occupate e autogestite. Nel 2017 è uscito il suo ultimo libro Revolution without revolutionaries, dove proprio alla luce delle rivoluzioni del Novecento, da intellettuale e da militante, avanza un bilancio critico delle primavere arabe. Quando lo contattiamo ci risponde dalla Tunisia, dove arriva proprio nel giorno del riuscitissimo sciopero generale. Nel tuo ultimo libro sostieni che le rivolte arabe sono state mobilitazioni rivoluzionarie, ma con una traiettoria riformista. Puoi spiegare meglio questo...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi