Cultura

Chiara Fumai, dalla misoginia positivista alle eroine scomode

Chiara Fumai, dalla misoginia positivista alle eroine scomodeChiara Fumai, «Casa Museo», 2011-17 (dett.) – Foto di Ela Bialkowska

Mostre Al Centro Pecci di Prato, la retrospettiva dedicata all'artista scomparsa nel 2017: «Poems I Will Never Release», a cura di Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi, in collaborazione con Cristiana Perrella

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 6 luglio 2021
Non si possono amare le etichette, tanto meno se assegnate banalmente ad artisti ecletticamente rizomatici come Chiara Fumai (1978-2017), la cui retrospettiva Poems I Will Never Release, a cura di Milovan Farronato e Francesco Urbano Ragazzi e in collaborazione con Cristiana Perrella, si è aperta al Centro Pecci (fino al 3 ottobre). A TRE ANNI dalla sua scomparsa, infatti, si tenta di ridefinire la sua opera omnia, smarcando l’artista dalla categoria di performer (semmai, come sostiene giustamente Farronato, era una artista performatica) e avvinghiandola a un universo segnico in cui, particolarmente la scrittura, ma anche il video, l’installazione, la fotografia,...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi