Cultura

Christian Guay-Poliquin, quella vita riacquistata nell’incanto della selva

Christian Guay-Poliquin, quella vita riacquistata nell’incanto della selvaIkon Images, Ap

Parla l’autore di «Fili d’ombra», in libreria per Marsilio. Dopo un blackout generale che ha fermato il mondo, un uomo cerca rifugio, e i propri affetti, nelle foreste. Lo scrittore del Québec partecipa oggi a Firenze alla rassegna Testo in dialogo con Ginevra Lamberti. «È il ventre del mondo, uno spazio a un tempo ostile e protettivo. E soprattutto il bosco ci ricorda che dobbiamo prima perderci se vogliamo imparare a ritrovare la strada»

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 25 febbraio 2024
Un blackout totale ha reso il Paese, e soprattutto città e metropoli, luoghi incerti e spettrali dove regna la violenza e la sopraffazione. Per cercare di sopravvivere ci si deve volgere agli spazi naturali, a boschi e foreste dove, seppur tra gravi rischi, appare ancora possibile immaginare un futuro. È quello che pensa il protagonista di Fili d’ombra (Marsilio, traduzione di Francesco Bruno, pp. 284, euro 18) che incontriamo mentre cerca di raggiungere il capanno di caccia della propria famiglia nel pieno di una vasta foresta canadese. Una traiettoria solitaria e prudente nella quale comparirà per caso una sorta di...

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