Alias Domenica
Ciechi vagabondaggi alla ricerca di una scintilla che accenda la scrittura
V. S.Naipaul Partito da Trinidad con l’idea di fare lo scrittore, il romanziere anglo-indiano approdò in Inghilterra due volte, a distanza di vent’anni. Intanto riempiva taccuini, che trovarono in un quadro di De Chirico il loro titolo ideale: «L’enigma dell’arrivo», ora da Adelphi
V. S.Naipaul Partito da Trinidad con l’idea di fare lo scrittore, il romanziere anglo-indiano approdò in Inghilterra due volte, a distanza di vent’anni. Intanto riempiva taccuini, che trovarono in un quadro di De Chirico il loro titolo ideale: «L’enigma dell’arrivo», ora da Adelphi
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 27 novembre 2016
Non le risorse dell’immaginazione, con il gusto di inventare intrecci, personaggi e contesti sui quali proiettare, magari, le proprie ossessioni, sembrano alimentare i libri di V. S. Naipaul, bensì una sorta di tropismo della mente che lo orienta a captare i dettagli di quanto osserva, e tra tutti eleggere quelli che meglio si sintonizzano con la sua malinconia di fondo, non di rado venata da una rabbia che prende la strada dell’ipercriticismo, al quale non sfugge l’analisi della sua persona, ripetutamente investita da un cupo dissenso. Poi, quando i taccuini sono saturi di appunti e una scintilla arriva ad accenderli,...