Cultura
Mao e le sue cartoline da una rivoluzione non ancora archiviabile
PASSATO PRESENTE «Afterlives of chinese communism» (Verso Books), un volume di 50 voci curate da intellettuali e sinologi. Una riflessione articolata da «collettivismo» a «lotta di classe», da «immortalità» a «moderata prosperità». Nonostante i nodi contemporanei, l’analisi puntuale consente di comprendere l’attuale stato delle cose
Amir Zainorin, «Postcard to Mao»
PASSATO PRESENTE «Afterlives of chinese communism» (Verso Books), un volume di 50 voci curate da intellettuali e sinologi. Una riflessione articolata da «collettivismo» a «lotta di classe», da «immortalità» a «moderata prosperità». Nonostante i nodi contemporanei, l’analisi puntuale consente di comprendere l’attuale stato delle cose
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 31 agosto 2019
Nel 1981 il partito comunista cinese giudicò l’eredità di Mao Zedong. Fu stabilito che il Grande Timoniere per il 70 percento avesse fatto cose buone e per il restante 30 percento cose meno buone. Pesarono sul giudizio il grande balzo in avanti e la rivoluzione culturale, il fatto che a capo del partito ci fosse Deng Xiaoping e che fossero appena cominciate le riforme e le aperture che avrebbero cambiato per sempre il paese. Nonostante il peso di un 30 percento negativo, il pensiero di Mao Zedong rimase tra i principi fondamentali del partito comunista e della Costituzione cinese. Ancora...