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Reddito e lavoro, cittadinanza sotto ricatto

Reddito e lavoro, cittadinanza sotto ricatto/var/www/vhosts/ilmanifesto.co/ems/data/wordpress/wp content/uploads/2014/01/16/17desk2 forse reddito minimo reclaim

Il lavoro di cittadinanza presenta una caratteristica contemporanea: non fa riferimento al reddito e alla qualità che dovrebbe garantire. La formulazione apre a quel dilagare del lavoro gratuito, sottopagato e degradato attraverso il quale la «cattiva piena occupazione», si va realizzando, ora rafforzata anche dalla minaccia di un’esclusione dalla cittadinanza. Su questo terreno lo stato etico e lo sfruttamento si incontrano e si compenetrano ai danni di ogni possibile scelta di libertà. Come sottrarsi a questa generale condizione di ricatto? Il reddito universale è una possibile risposta

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 2 marzo 2017
Benoit Hamon, candidato socialista alle presidenziali francesi colloca il reddito di cittadinanza al centro del suo programma politico; Martin Schulz, candidato socialdemocratico alla cancelleria di Berlino promette di modificare Harz IV. Che è quella riforma della previdenza e del mercato del lavoro che vincola l’erogazione dei sussidi all’accettazione di un lavoro a qualsiasi condizione. Il parlamento europeo discute l’ipotesi (poi respinta grazie alla maggioranza conservatrice) di conferire un reddito di base ai lavoratori resi superflui dall’automazione. E, in Italia, che cosa succede? Da Renzi a Fassina, agli scissionisti del Pd tutti si contendono il «lavoro di cittadinanza», slogan coniato qualche...

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