Visioni

«Civil War», guerra intestina senza esegesi

«Civil War», guerra intestina senza esegesiKirsten Dunst in «Civil War»

Al cinema Il film di Alex Garland sconfina nell’attualità e diventa un caso mediatico negli Usa, registrando un record d'incassi per la produttrice A24 e facendosi termometro di una guerra civile "nell'aria", ma paga la scelta di un centrismo superficiale. I fotoreporter in viaggio nel Paese dilaniato, la dissoluzione della società civile, la centralità di Kirsten Dunst. I precedenti e le ispirazioni, da Joe Dante a John Carpenter e George Romero

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 18 aprile 2024
Con ventisei milioni in biglietti venduti, annuncia la A24, Civil War ha registrato il record d’incassi per il miglior weekend d’apertura nella storia dello studio indipendente newyorkese. Anticipato da una campagna pubblicitaria serratissima, e accolto da una copertura mediatica che trascende lo specifico delle recensioni (relativamente positive) trovando spazio nelle pagine d’opinione e di politica, il nuovo film di Alex Garland sembra centrare lo zeitgeist. La guerra civile è evidentemente «nell’aria». LO SCRITTORE e regista inglese (Ex Machina, Men, Hallucination) la racconta nella forma di un road movie che segue un gruppo di giornalisti diretti da New York a Washington,...

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