Cultura

Come l’Italia fascista depredò gli ebrei. E ne riconobbe i diritti a stento dopo il 1945

Come l’Italia fascista depredò gli ebrei. E ne riconobbe i diritti a stento dopo il 1945

L'indagine «Le conseguenze economiche delle leggi razziali» di Ilaria Pavan, per il Mulino. La storica della Scuola Normale Superiore di Pisa sottolinea anzitutto la solerzia con la quale il regime fascista procedette a espropriare case, fabbricati, terreni e imprese, privò dell’impiego un gran numero di dipendenti pubblici, assicuratori, bancari e dirigenti d’azienda. Ma non trascura di mettere in rilievo come, durante la guerra civile, gli incameramenti e i saccheggi dei loro beni si siano moltiplicati

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 28 settembre 2022
Con questo saggio, versione ampliata e rivista di un contributo apparso in inglese nel 2019, Ilaria Pavan si propone di analizzare un aspetto non certo marginale della persecuzione antisemita che ha avuto luogo nel nostro Paese: quello relativo ai riflessi economici della legislazione finalizzata a spogliare delle loro proprietà i cittadini italiani e stranieri «di razza ebraica». TRA IL 1938 E IL 1943 trovarono infatti zelante e rigorosa applicazione quei provvedimenti che miravano a escludere progressivamente dal mondo del commercio, dell’imprenditoria e delle professioni la popolazione israelita; in seguito, fino al 1945, a varare prima nuove, più severe disposizioni e...

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