Come se il voto greco non esistesse
Dopo gli incontri della scorsa settimana fra Ue e governo greco, si era sparso un certo ottimismo e alimentata la speranza di un «profumo d’accordo». C’era anche stato chi aveva […]
Dopo gli incontri della scorsa settimana fra Ue e governo greco, si era sparso un certo ottimismo e alimentata la speranza di un «profumo d’accordo». C’era anche stato chi aveva […]
Dopo gli incontri della scorsa settimana fra Ue e governo greco, si era sparso un certo ottimismo e alimentata la speranza di un «profumo d’accordo». C’era anche stato chi aveva pensato che la riunione di ieri all’Eurogruppo sarebbe risultata già decisiva per siglare un’intesa. Al contrario, pare proprio che quel profumo sia rapidamente svaporato. D’altro canto la riunione era cominciata con le peggiori premesse preannunciando una pesante e drammatica rottura della trattativa.
Il ministro della finanze tedesco Wolfgang Schauble ha battuto con insistenza sui tasti dello scetticismo e della intransigenza, giungendo a qualificare il governo greco come «un esecutivo irresponsabile» perché rimasto fermo sulle sue posizioni. Non c’è da stupirsi. Si tratta solo di una delle tante varianti dello spirito a-democratico che anima le élites europee, in particolare quelle tedesche. Schauble aveva già dichiarato che per lui le elezioni greche era come se non esistessero. E oggi ribadisce che è irresponsabile il governo greco che vuole coerentemente applicare il mandato elettorale e non accettare i diktat della Troika.
Dunque nulla di fatto. Anzi un arretramento. La Troika che pareva uscita dalla porta, rientra dalla finestra. Il documento presentato al governo greco ribadisce infatti che il programma della Troika resta e andrebbe esteso per sei mesi.
Il governo greco dovrebbe rinunciare a qualunque tipo di azione unilaterale. In altre parole dovrebbe rinunciare a governare, se non sotto dettatura. Infatti il documento esplicita che sono necessarie intese con i partners europei e internazionali per assumere iniziative in particolare sul tema della politica fiscale, delle privatizzazioni, del mercato del lavoro, del settore finanziario, delle pensioni. L’analogia con i temi citati dalla famigerata lettera della Bce al governo Berlusconi dei primi di agosto del 2011 è molto forte, a dimostrazione persino della scarsa fantasia della burocrazia di Bruxelles.
Infine il documento Ue precisa che ogni agevolazione finanziaria da parte della Bce e degli altri organi europei avverrà solo a fronte del estensione di sei mesi del programma della Troika, che dovranno essere usati per la ricapitalizzazione delle banche e saranno concesse sulla base di decisioni delle istituzioni europee e dello stesso Eurogruppo.
Come si vede una proposta capestro che il governo greco ha giustamente respinto con grande risolutezza, giudicandola «assurda e inaccettabile».
Il tentativo di mediazione avanzato per conto della Francia dal ministro delle Finanze Michel Sapin è andato, per ora, a sbattere contro il muro della intransigenza tedesca.
Tuttavia non è l’ultima riunione. Altre ce ne saranno. Si tratta di capire se l’irrigidimento tedesco fa parte di una pura tattica o è una posizione inamovibile, legata magari anche ai recentissimi insuccessi elettorali della Merkel ad Amburgo, una sconfitta storica per la cancelliera. Ma molto può fare la mobilitazione internazionale cominciata con le manifestazioni di san Valentino.
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