Cultura

Come si costruisce la biopolitica che porta allo sterminio

Come si costruisce la biopolitica che porta allo sterminioL’opera in bronzo «Torah» di Marcelle Elfenbein Swergold, esposta allo Yad Vashem di Gerusalemme

Novecento «L’impero della distruzione. Una storia dell’uccisione di massa nazista» di Alex J. Kay, pubblicato da Einaudi. Nella Germania degli anni Venti è cresciuto l’assenso alla violenza poi messa in atto dal Terzo Reich. La «rigenerazione» di una comunità etnorazzista è passata per la lotta contro la promiscuità tra gruppi. Dopo il 1918, l’idea di cancellare l’«onta» subita in guerra e le perdite di territorio rappresenta un esorcismo collettivo verso il panico da smembramento della società tedesca. Il vero problema non è il nudo nesso tra potere e violenza bensì il tema della consensualità che si accompagna ai fenomeni di degrado dell’etica pubblica

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 ottobre 2022
Il problema dell’intimo e continuativo rapporto tra potere e violenza rimane, per molti aspetti, un enigma irrisolto. Ovvero, è un campo di interpretazioni che non si presta a nessuna soluzione definitiva. Non quella d’ordine moralistico, che risolve le contraddizioni ribadendo preventivamente l’immoralità del primo poiché fondato sul sistematico ricorso alla seconda. Del pari, non quella «realista», che invece propugna l’impossibilità di una diversa via verso l’organizzazione delle società che non sia quella dell’imposizione forzata, deflettendo quindi da qualsiasi intento di trasformazione consapevole e condivisa. ALL’IDEALISMO della prima ipotesi, infatti, si interfaccia il falso oggettivismo della seconda, che rilegge i processi...

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