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Come si ricostruisce il Pd. Quello che le primarie non dicono

Come si ricostruisce il Pd. Quello che le primarie non dicono

Partito democratico Ai gazebo c’è stato un duplice movimento: la smobilitazione di una fetta di elettori legati al sistema Renzi e l’afflusso di ex elettori Pd che hanno visto l’occasione di un segnale. L’intero statuto avrebbe bisogno di una radicale riscrittura. Per fare tutto ciò occorre un vero congresso, o qualcosa di simile: quello che il voto del 3 marzo non è stato

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 marzo 2019
Il Partito Democratico è giunto alle sue primarie sull’orlo del collasso: al bivio tra dissoluzione e sopravvivenza. L’esito è certo un segno di vitalità, ed è comprensibile un diffuso senso di sollievo; ma sono davvero fuori luogo alcune ritorsioni («avete visto? non siamo morti!»): le premesse che avevano condotto ad un possibile “finale di partito” sono tutte ancora all’opera, e tocca ora alla nuova leadership il compito arduo di provare a rimuoverle. CON NOTEVOLE RITARDO, e scarsa trasparenza, non sono stati ancora resi noti i risultati definitivi. Al momento, l’unico comunicato ufficiale ha solo informato di circa 1,6 milioni di...

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