Cultura

Come sopravvivere all’afasia dell’orrore

Come sopravvivere all’afasia dell’orroreJake and Dinos Chapman, «The Disasters of War», 1993

MATERIALI Si può istituire una zona di protezione di fronte agli atti insensati della Storia? Un’anticipazione dall’editoriale della rivista «Psiche».

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 14 gennaio 2017
Che cosa accade in un individuo, in una popolazione, in una cultura o in una comunità esposta al dramma della guerra è una questione non certo ovvia, ma non affatto sconosciuta all’esperienza umana, alla riflessione politica, filosofica, etica, psicoanalitica. Il che tuttavia, come sappiamo, non rende quella medesima esperienza capace di difenderci dalla passione per la guerra, dal godimento dell’orrore, dalla partecipazione furiosa alle barbarie, trasformandoci in eventuali colpevoli di sterminio, violazione dei diritti umani, torture. Che cosa accade in quella spesso infinita zona di transizione che definisce il dopo guerra e in cui – oltre che a ricostruire, rimpiangere...

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