Politica
Congresso anticipato, la minoranza Pd pesta i piedi
Democrack Speranza: con Verdini in gioco l’identità del partito. La replica di Serracchiani: si candidi, vedrà chi vince. Stumpo: «L’idea di trasformare il partito sulla base dei comitati del sì? Non va bene». Gotor: «Un gioco delle parti sempre più imbarazzante, gli iscritti debbono esprimersi presto»
Denis Verdini con Luca Lotti, sottogreterio e braccio destro di Matteo Renzi – Foto La Presse
Democrack Speranza: con Verdini in gioco l’identità del partito. La replica di Serracchiani: si candidi, vedrà chi vince. Stumpo: «L’idea di trasformare il partito sulla base dei comitati del sì? Non va bene». Gotor: «Un gioco delle parti sempre più imbarazzante, gli iscritti debbono esprimersi presto»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 27 febbraio 2016
L’ennesimo voto di fiducia obtorto collo, l’ennesima sportellata in faccia: dopo aver subìto una legge sulle unioni civili «mutilate», anche la beffa dell’esultanza di Verdini e i suoi, salvatori della legge Cirinnà grazie ai loro 19 voti (sebbene «non determinanti», come si affretta a sottolineare Giorgio Napolitano). La minoranza Pd, dopo aver incassato un’altra bruciante sconfitta sul campo urla al «cambio di natura» del Pd e passa al contrattacco chiedendo il congresso. Contrattacco fino a un certo punto: fin qui i numeri del Pd si presentano a vantaggio del segretario-premier e una verifica congressuale a non potrebbe che confermarli, al...