Alias Domenica

Consagra si racconta, tra frontalità e ordito

Consagra si racconta, tra frontalità e orditoPietro Consagra disegna nel suo abituale supporto di vetro, in una fotografia scattata da Carlo Orsi nel 1996 nello studio romano di via Cassia

Pietro Consagra, "Vita mia", Skira Uscita nel 1980, l’autobiografia di Pietro Consagra adesso riedita da Skira intreccia alla grande storia una vicenda creativa «orizzontale», antigerarchica, che prende l’avvio nella Parigi del 1947

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 4 marzo 2018
Se la scultura tridimensionale per esistere come mentalità ha bisogno di porsi al Centro di uno spazio ideale, Centro di cui la società ormai, per fortuna, non ha più voglia né necessità, io mi sono guadagnato, adeguandomi con la Frontalità, la condizione di non chiederne: di non riproporlo. L’ubicazione frontale come altra mentalità mi è stata risolutiva per continuare a fare lo scultore». Così Pietro Consagra (Mazara del Vallo 1920 – Milano 2005) definisce l’aspetto più innovativo della sua scultura in Vita mia, l’autobiografia edita nel 1980 da Feltrinelli, e adesso ripubblicata da Skira, con la curatela di Luca Massimo...

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