Alias Domenica
Considerazioni di un cinico ebreo romeno
Sullo sfondo della Shoah Scritto in forma di diario, il romanzo «Da duemila anni», appena tradotto da Fazi, porta una introduzione di Eugène Ionescu voluta dallo stesso autore: scagliandosi contro l’«illusione assimilazionista» il testo rivela, tuttavia, il proprio antisemitismo
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 25 febbraio 2018
Ci sono libri talmente radicati nell’epoca storica dalla quale provengono che risplendono di una luce straniante se letti col senno di poi. Inevitabile che la consapevolezza a posteriori di cos’è stata la Shoah si riverberi sulle pagine del pregevole romanzo datato 1934, Da duemila anni, in cui lo scrittore romeno di origini ebraiche Mihail Sebastian fissava con lucida disperazione il dilagare dell’odio antisemita in quella che – refrattario alle idee sioniste – si ostinava a considerare la propria patria. Allo stesso tempo, la prima parte di questo testo ampiamente autobiografico, ora proposto da Fazi nella fluente resa di Maria Luisa...