Visioni
Contemporanea o della dissoluzione di corpi e generi
Teatro «Saison Sèche», il lavoro di Phia Ménard visto al Fabbricone fra i più attesi del festival toscano
Una scena da «Saison Sèche» di Phia Ménard
Teatro «Saison Sèche», il lavoro di Phia Ménard visto al Fabbricone fra i più attesi del festival toscano
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 3 ottobre 2021
Gabriele RizzaFIRENZE
C’è una linea che lega Saison Sèche, il lavoro di Phia Ménard visto al Fabbricone fra i più attesi di Contemporanea, a Titane di Julia Ducournau, controversa Palma d’oro all’ultimo festival Cannes: una femminilità arrabbiata e tribale. Allucinate e disturbanti entrambe, passando per Marina Abramovich, David Cronenberg, Hermann Nitsch. La dissoluzione dei generi e la mutazione del corpo. Estraniato da sé stesso. In questo giocare con le barriere e i limiti della carne, inseguendo immagini e modulazioni che afferiscono alla coreografia come all’antropologia, la francese Ménard come la connazionale Ducournau, mette una scena una vertigine sismica di seduzione e follia....