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Contratti militari tra Italia e Israele, adesso basta
Business armato La campagna Banche armate chiede la fine degli affari di interscambio militare tra Roma e Tel Aviv. Dopo 20 anni di restrizioni governative, la svolta arriva con Monti nel 2012 e prosegue fino a oggi con uno scambio di armi, aerei e tecnologie
Un F35 israeliano
Business armato La campagna Banche armate chiede la fine degli affari di interscambio militare tra Roma e Tel Aviv. Dopo 20 anni di restrizioni governative, la svolta arriva con Monti nel 2012 e prosegue fino a oggi con uno scambio di armi, aerei e tecnologie
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 15 maggio 2021
Un «salto di qualità». Così l’allora presidente del Consiglio, Mario Monti, nell’aprile 2012 definì l’accordo per la vendita a Israele di «velivoli d’addestramento» prodotti dalla Alenia-Aermacchi. Per vent’anni i governi italiani, pur mantenendo buoni rapporti diplomatici e commerciali con Tel Aviv, avevano messo in pratica una politica restrittiva sulle forniture militari allo Stato di Israele: le autorizzazioni all’esportazione rilasciate tra il 1990 al 2011 non superavano qualche decina di migliaia di euro all’anno. Questa politica, rispettosa dei divieti previsti dalle nostre leggi, è stata stravolta proprio quando l’esecutivo Monti, a seguito degli accordi presi dal precedente governo Berlusconi, concluse il...