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Contro i razzismi «relazioni dettagliate»
In una parola Il punto decisivo è trovare il linguaggio capace di offrire alternative simboliche. Non serve a molto scandalizzarsi se Salvini canta l’inno di Mameli sulla spiaggia con le cubiste, ma se il ministro risponde «zingaraccia ti mando la Ruspa» a una persona che gli augura la morte, bisogna seguire la lezione de «La lingua materna» di Hannah Arendt
In una parola Il punto decisivo è trovare il linguaggio capace di offrire alternative simboliche. Non serve a molto scandalizzarsi se Salvini canta l’inno di Mameli sulla spiaggia con le cubiste, ma se il ministro risponde «zingaraccia ti mando la Ruspa» a una persona che gli augura la morte, bisogna seguire la lezione de «La lingua materna» di Hannah Arendt
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 6 agosto 2019
Non credo che servano a molto le analogie con gli anni ’30 per reagire adeguatamente alla deriva autoritaria, razzista e machista che è attualmente impersonata dal ministro dell’interno, il quale dà evidentemente voce, e sponde, a pulsioni aggressive e irrazionali diffuse tra molte persone che vivono in questo paese. Tuttavia ripassare la storia è sempre utile, specialmente se non la si conosce già bene, e si può trovare qualcosa che ci ispira orientamenti mentali e pratici adatti all’oggi, con le necessarie traduzioni in un tempo tanto diverso. Mi è capitato leggendo un breve testo di Hannah Arendt (La lingua materna,...