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Corpo, un dispositivo fluido nascosto nella sua transitorietà

Corpo, un dispositivo fluido nascosto nella sua transitorietàJames Lee Byars, 100,000 Minutes or the Big Sample of Byars or 1/2 an Autobiography or the First Paper of Philosophy, performance in Wide White Space Gallery, Antwerpen May 2–7, 1969. Photo: © Marc Poirier dit Caulier.

Performer Mascheramenti da Lee Byars a Leigh Bowery e Margiela

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 23 maggio 2020
In tempi non sospetti ma di fluttuante immaginazione, gli artisti hanno spesso optato per la molteplicità di senso che la maschera – come dispositivo di sperimentazione formale e identitaria – possiede. Un uso che si innesta nel processo di disidentificazione/identificazione del sé e che coglie, nella geometria del velamento/disvelamento, il concetto di transitorietà. Come nel caso della ricerca di James Lee Byars (1936-1997) leggendario artista concettuale e performer, i cui temi della fragilità, invisibilità e morte, confluiscono nella ricerca del sublime e della perfezione. La sua indimenticabile allure, sottolineata da vestiti d’oro, guanti neri, l’inseparabile cappello nero e, spesso, il...

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