Economia
Corte dei conti boccia l’austerity:«Costata 230 miliardi»
Basta rigore Il presidente Giampaolino: "Ora la crescita". Anche se la magistratura contabile non nega che in Italia non sia facile tagliare le tasse, causa l’alto debito
Basta rigore Il presidente Giampaolino: "Ora la crescita". Anche se la magistratura contabile non nega che in Italia non sia facile tagliare le tasse, causa l’alto debito
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 29 maggio 2013
Matteo BartocciROMA
No, l’austerity proprio non va. Ieri un attacco al rigore ferreo che finora ha retto l’Europa (ma che, come si sa, scricchiola) è arrivato dalla Corte dei conti: il presidente Luigi Giampaolino ha accusato l’austerità adottata finora dai governi europei di essere «una rilevante concausa dell’avvitamento verso la recessione». Di più, Giampaolino ha fatto una notazione in qualche modo politica rispetto al governo Letta, rilevando come il «passaggio alla nuova legislatura sembra proporre un primo tentativo di operare in discontinuità da una politica di bilancio che, a partire dall’estate 2011, ha dovuto fare affidamento su consistenti aumenti di imposte, nonostante...