Europa
Cosa si nasconde dietro la nuova Pirelli. Tra piccoli azionisti e grandi nazioni (Cina e Russia)
Capitale globale Con l’ingresso di ChemChina e le quote di Rosneft, il capitalismo di Stato di Pechino e Mosca farà la parte del leone. In minoranza, la fisarmonica azionaria delle "Nuove partecipazioni" italiane di Tronchetti Provera
Capitale globale Con l’ingresso di ChemChina e le quote di Rosneft, il capitalismo di Stato di Pechino e Mosca farà la parte del leone. In minoranza, la fisarmonica azionaria delle "Nuove partecipazioni" italiane di Tronchetti Provera
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 3 aprile 2015
Si è parlato molto di Pirelli in queste settimane, in relazione alla vendita dell’intera impresa alla società cinese ChemChina, una multinazionale, appartenente per oltre due terzi al governo, che figura al 276mo posto tra le 500 imprese globali elencate da Fortune (21 luglio 2014) con 40 miliardi di dollari di vendite. Si è avuta l’opportunità di leggere interviste dei protagonisti, studi di autori competenti e altro ancora, come inutili prove di scrittori prezzolati. Ricostruzioni fantasiose o attente, pezzi di storia patria, economica e sindacale, sono tornati alla memoria, è stato possibile riflettere di grandi invenzioni, di crolli disastrosi, di errori...